Giuseppe Cucè, intervista in occasione dell’uscita del nuovo singolo “La mia Dea”

 

Uscito venerdì 13 gennaio “La mia Dea” è il nuovo singolo di Giuseppe Cucè, che descrive il legame che ciascuno di noi ha con la propria madre, quel dono prezioso, la scintilla che ci dà la vita, il tramite meraviglioso che ci permette di fare il viaggio più bello.
 
Conosciamo meglio il cantautore.
 
Ciao Giuseppe, piacere di averti sulle pagine di X News. Quando nasce la passione per la musica?
La passione per la musica probabilmente è stata lei a nascere prima che io ne abbia avuto consapevolezza, le prime note sussurrate al mio orecchio già da bambino scatenavano in me movimenti ritmati e scanditi, infatti la danza è certamente stato l’imprinting che ho avuto con lei. 
Successivamente una tastiera elettronica richiamava la mia attenzione, suonando ad orecchio qualsiasi motivo sentissi alla radio, è stata una chiamata, una voce interiore a suggerirmi quali passi avrei dovuto compire nel tempo. Così cominciai anche a scrivere i miei primi testi e a volte anche a dipingerli… i miei troppo distratti però non colsero queste mie attitudini, quindi non studiai mai uno strumento, ma nonostante questo me ne appropriai e lo utilizzai per comporre le mie prime melodie.   
 
La musica nella tua vita cosa rappresenta?
Croce e delizia, assoluta estasi ma anche profonda disperazione, con lei ho interpretato qualsiasi momento triste o felice.
La musica ha scandito le mie giornate ha tracciato la mia strada e contribuito alla mia crescita.
 
Cosa ti ispira nella stesura dei testi?
Non saprei dire precisamente cosa mi ispira, sarebbero tante le varianti che contribuiscono al metodo che utilizzo per scrivere le mie canzoni, a volte una semplice parola nasconde un testo scritto in pochi minuti, a volte una voce interiore mi consiglia ciò che devo scrivere, probabilmente perché deve semplicemente uscire fuori. Essere sé stessi senza filtri e remore, onesti soprattutto.
 
Parliamo del tuo nuovo singolo “La mia Dea”. Ci puoi raccontare la genesi del brano?
Mi sono chiesto molte volte come avrei potuto raccontare questo brano, e probabilmente cambierei punto di vista ogni volta, in questo caso mi viene in mente un periodo in particolare, credo uno dei più difficili che io abbia mai affrontato, qualcuno molto vicino a me stava perdendo l’affetto più caro, la propria madre veniva strappata e portata via da una brutta malattia. Questo ha suscitato in me tanta paura, al punto che ho realizzato e soprattutto compreso quanto fossi fortunato ad avere ancora mia madre accanto a me serena ed in salute. La mia Dea nasce con lo scopo di ritrovare, di rivivere questo sentimento in ogni istante, anche quando non sarà più possibile farlo fisicamente. Ho scritto prima le parole poi la musica insieme al mio produttore artistico Riccardo Samperi, il suo apporto è stato fondamentale, la musica non è mai solitudine è semplicemente insieme. 
 
Il brano è accompagnato da un videoclip. Ce ne vuoi parlare?
Il video è stato girato da Giovanni Mazzarà e diretto da Nanni Musiqo all’oasi del Simeto, una bellissima riserva naturale appena fuori Catania, è stato girato in due giorni, ricordo quelle giornate di dicembre con un inverno ancora da abbracciare ed un autunno alle prime armi. Il cielo grigio e qualche folata di vento ancora caldo sembravano già la scenografia giusta sussurrata tra le parole della canzone, un’automobile vintage che mi accompagna verso una meta ancora da raggiungere, un viaggio che inizia semplicemente dall’abbraccio e il saluto di chi ti ama incondizionatamente, La mia Dea, la tu, la vostra. Una metafora perfetta che spiega perfettamente l’importanza di chi ti conduce alla vita e ti presenta la mondo. 

 
Il tuo prossimo lavoro?
La Mia Dea è la prima tappa di una trilogia di brani con un comune denominatore, il viaggio per la comprensione di sé stessi, restate in ascolto!!!  

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